La criptozoologia ( Kryptòs=nascosto + zoologia=branca della biologia che studia gli animali) è un ramo della zoologia tradizionale che si occupa dello studio di specie animali di cui si presume l'esistenza attraverso prove circostanziali, oppure di specie che sono generalmente considerate estinte, ma di cui ci siano alcuni possibili avvistamenti.
Curiositá:
Fuoco
Durante la digestione due gas, l'idrogeno e il metano (prodotti da un batterio particolare) venivano immagazzinati nelle vesciche volatorie. Il drago possiede due molari apposta per masticare platino. Aprendo le vesciche volatorie il platino (catalizzatore) viene a contatto con l'idrogeno (combustibile) e produce il fuoco. Il fuoco comunque era un'arma di ripiego perché piú sputavano fuoco meno potevano volare. L' interno della bocca era blindato e possedevano un falso palato da dove usciva la fiamma.
Volo
Per volare data la loro mole e con solo pochi metri di apertura alare avevano: il cuore poteva portare molto ossigeno ai muscoli forti, la struttura delle ossa era a nido d'ape e infine possedevano due vesciche volatorie contenenti fino a 0,849 metri cubi di idrogeno e di metano (0,4245 metri cubi ciascuna). L'idrogeno e il metano due gas piú leggeri dell'aria alleggerivano il drago.
Sopravvivenza all'evento KT
La vita marina fu meno sconvolta dall'evento KT e quindi i draghi marini (sucessori del drago comune di 200 milioni di anni fa) riuscirono a vivere. Successivamente arrivarono alla terra ferma e si evolsero in molte altre specie di drago tra qui il drago delle montagne estinto nel 1545 d.c.
Rettili o dinosauri?
Nessuno dei due. I rettili hanno sangue freddo invece i draghi avevano il sangue caldo (si sa perché la vita dei draghi era troppo attiva e quindi necessitava di sangue caldo); le ossa dei rettili (esempio: le zampe sono corti) sono del tutto differenti da quelle dei draghi. I dinosauri sono terrestri (esempio: gli pterosauri non sono inclusi nella famiglia dei dinosauri) invece i draghi volavano
Accoppiamento e cova
Per i draghi preistorici e delle montagne. Il calore nelle femmine durava un mese ogni sette anni. Durante questo periodo le femmine producevano un ormone che viaggiava anche per chilometri per attirare il maschio. Per controllare che il maschio sia forte e in salute si esegue un pericoloso rituale simile a quello dell'acquila calva: i draghi si aggrappano per le zampe e si laciano precipitare se il maschio si stacca troppo presto non è degno ma se si stacca troppo tardi moriranno tutti e due. Dopo l'accoppiamento i draghi preparano un nido di roccie dove la femmina deporrá due uova. Per scaldare le uova si usa il fuoco ed è per quello che il guscio è molto resistente. La temperatura si mantiene sui 60 gradi e per controllare i draghi hanno dei sensori sulla lingua.
Il sesso dei nati è determinato dalla temperature: se è alta sará maschio se è bassa sará femmina.
Drago Comune
Teoricamente le condizioni per l'esistenza dei draghi sarebbero avvenute anche se non ci sono prove concrete della loro comparsa. Secondo i criptozoologi la loro comparsa sarebbe avvenuta 200 milioni di anni fa, all' inizio dell'era Mesozoica assieme ai primi dinosauri. La specie di drago in questione sarebbe stata il Drago Comune che cacciava nelle paludi costiere.
<-- Albero genalogico delle diverse specie di draghi Clicca sull'immagine per ingrandirla
Drago Preistorico
Successivamente il Drago Comune si evolse nel Drago Preistorico capace di volare. Con 6 metri d'altezza e 10 metri di apertura alare questo drago era un abilissimo cacciatore capace anche di sputare fuoco. Si estinse in seguito all'evento KT assieme ai dinosauri. Le corna piú grandi nei maschi che nelle femmine servivano soprattutto per difendere i propri territori provvisti sempre di una fonte di platino, di selvaggina e di gruppi di femmine. I piccoli per difendersi dai predatori estendono le ali per sembrare piú grandi. Il suo nemico in territori e in prede è il Tirannosauro.
Drago Marino
Dopo l'evento KT, gli unici draghi sopravvissuti furono draghi marini. Questi draghi si specializzarono alla vita in mare generando un'altra serie di arti, trasformandoli in pinne e rimpicciolendo le ali ormai inutili. Le vesciche volatorie diventarono vesciche natatorie e, per resistere alle basse temperature dei fondali e delle zone vicine ai poli, sviluppando la glicoproteina Afgp che impedisce ai tessuti di congelare. La vita in mare gli fece raggiungere i 180 metri di lunghezza. Possedeva un falso palato, come quello dei coccodrilli, per non far entrare l'acqua nei polmoni durante l'aggressione della preda.
Drago della foresta
50000 anni fa con l'aumento della temperatura globale, alcune specie di drago marino si avventurarono nelle acque dei fiumi e da lė nei boschi di bambú asiatici. Hanno mantenuto il lungo e sottile corpo. Le vesciche natatorie furono utilizzate per compiere enormi balzi e per muoversi piú silenziosamente nelle foreste di bambú. Grazie al controllo del gas dalle vesciche riuscė a produrre suoni simili ad animali in angoscia cosė da attirare le prede. Utilizzando le vesciche piene di gas impararono a sputare fuoco per difendersi e per cuocere le proprie prede per digerirle meglio. Grazie alle striature con tonalitá di marrone e di verde riuscirono a mimetizzarsi nelle intricate foreste dove incontravano e combattevano contro il loro piú letale
nemico: la tigre. Questi combattimenti alimentarono le leggende estremo-orientali.
Drago delle montagne
Dopo l'affermazione dell'uomo il drago dalle pianure si è dovuto spostare sempre piú in alto fino alle montagne. Questo drago, diffuso soprattutto in Europa, possedeva sei arti utilizzati tutti. Per il volo la colonna vertebrale si era accorciata. La coda invec e si era allungata per fungere da timone e la punta, a forma di freccia poteva essere usata come arma. L'etá massima era sui 40 anni. Durante l'inverno andava in letargo sopravvivendo grazie alla glicoproteina Afgp ereditata dal drago marino. L'apertura alare era di 6 metri.